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Sono nata a Vercelli, in quella parte del Piemonte famosa in tutto il mondo per il riso. Pianura Padana, dunque.
Sono nata a Vercelli da genitori nati sulle Madonie, in quella Sicilia di montagna poco conosciuta dal turismo.
Sono nata a Vercelli e vivo a Menfi, sulla costa occidentale della Sicilia, di fronte al mare aperto verso l’Africa.
Sono piemontese e siciliana. Sono di pianura e di montagna.
Ho vissuto a Venezia, Siviglia e Damasco e porto con me la cultura di ciascuna di queste città. Oltre a quella piemontese e siciliana, ça va sans dire.
Parlo italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo fluentemente. Me la cavo anche con l’ebraico e ho iniziato a studiare tedesco. La conoscenza di più lingue, molto diverse tra loro, unita all’esperienza professionale in diversi campi, mi permette di esprimere e comprendere molte più realtà, di avere più concetti in mente, di quanti ne esprima una sola cultura o lingua e, quindi, di avere più strumenti per analizzare il business delle aziende e trovare soluzioni innovative.
Ho una formazione classica (eh già, il famoso liceo classico che apre le porte a ogni possibilità) e, dopo la laurea in Lingue Orientali alla Ca’ Foscari di Venezia, ho conseguito un IMBA (International MBA) presso l’università Politecnica di Madrid.
La mia dimensione, dunque, va oltre i confini dei miei luoghi di origine, anche se è proprio a Vercelli che ho iniziato a lavorare, subito dopo la Laurea. Nel 1998 sono entrata in Euricom (www.euricom.it), uno dei più grandi gruppi alimentari italiani, conosciuto per il marchio Curtiriso, tra gli altri. L’allora Amministratore Unico Mario Francese disse che, se a vent’anni ero andata da sola a Damasco per apprendere l’arabo, avrei potuto imparare velocemente le dinamiche del mercato internazionale. Aveva ragione.
A 26 anni ero già export area manager per il Medio Oriente, dove andavo a contrattare carichi di riso con importatori d’esperienza. Ero una giovane donna e, non appena mi vedevano, gli uomini d’affari con cui avevo fissato gli incontri assumevano la tipica espressione da: “Gli italiani sono impazziti questa volta: ci mandano la ragazzina”. Glielo leggevo negli occhi, a tutti, indistintamente. Del resto il mio predecessore era un uomo di oltre sessant’anni (lo avevo sostituito una volta andato in pensione infatti).
Mi mettevano alla prova, mi facevano domande sul prodotto e sul mercato. E io riuscivo a guadagnarmi fiducia e rispetto non solo per la conoscenza del prodotto e delle dinamiche di mercato – in Euricom ero stata formata bene – ma anche perché contrattavo in arabo – non capitava loro spesso di trattare nella loro lingua con un’italiana – e per la conoscenza di un modo di vivere e di agire per cui nutrivo e nutro sempre un profondo rispetto. Il mondo che avevo imparato a conoscere proprio nella mia vita a Damasco.
Sono rimasta all’Euricom cinque anni. Un periodo importante, determinante non solo per me, ma anche per l’azienda. Alla fine della mia esperienza, più del 60% del riso esportato verso paesi terzi a livello europeo passava allora da Euricom. Mi trovavo bene e vi sarei rimasta per sempre ma la vita aveva altri progetti per me. Il mio viaggio professionale era solo all’inizio.
L’incontro con Salvador Loring, allora Direttore Generale della Mundi Riso, unità produttiva della Ebrofoods (www.ebrofoods.es) in Italia mi ha portata in Spagna. A Siviglia, per la precisione, la capitale dell’Andalusia, uno dei centri dell’influenza araba nel Mediterraneo. Sono così entrata alla Herba, un vero e proprio gigante nel mondo del riso, oggi una delle più grandi multinazionali alimentari europee – il marchio Pasta Garofalo dice nulla? - e alla Herba ho continuato a occuparmi ancora per anni di Medio Oriente. Iscrivendomi, tanto per passare il tempo, alla Politecnica di Madrid dove ho conseguito lo IMBA (Master in Business and Administration of International Companies).
Avevo però sempre la Sicilia nel cuore e, nonostante amici, colleghi e clienti mi dicessero che era una follia, ho deciso di compiere un viaggio inverso, rispetto ai percorsi professionali canonici. Dal nord economico, dal Piemonte e dalla Spagna allora in espansione, verso il sud dell’Italia. La Sicilia.
Sono approdata a Menfi nell’estate del 2007 e ho deciso di vivere e lavorare in un territorio per me sconosciuto allora. L’ho cercato su Google Maps, quando a Siviglia mi arrivò una telefonata da Diego Planeta, allora presidente di Cantine Settesoli (www.cantinesettesoli.it). Menfi, chi ne aveva mai sentito parlare?
Dal riso al vino, dall’internazionale al nazionale. Con il ruolo di direttrice commerciale per la GDO sono entrata in Settesoli, all’epoca la cooperativa vitivinicola più grande della Sicilia. Una bella sfida professionale, sia per il cambiamento di settore merceologico e di mercato, sia per l’obiettivo ambizioso: far entrare con una presenza importante il marchio Settesoli sugli scaffali della grande distribuzione. La GDO italiana è tra le più complesse del mondo: un mercato estremamente sviluppato, per alcuni versi saturo, in cui la competizione è difficilissima. Ricordo ancora che, durante una delle prime riunioni con la forza vendite, l’agente con più esperienza mi disse che quanto andavo delineando era, semplicemente, impossibile. Lo so, gli risposi, ma si deve fare. Fu il primo a chiamarmi per congratularsi quando cominciò a vedere i risultati del nuovo corso.
Quando ricevetti una telefonata da un amico di Trino Vercellese che mi disse, fiero, di aver trovato il vino anche nel piccolo supermercato del paese, considerai questa fase conclusa e volsi lo sguardo verso quella successiva.
Ogni volta che raggiungo un obiettivo alzo lo sguardo per individuare quello successivo. Perché, come dico sempre, “al meglio non c’è mai fine”.
È per questo che, dopo otto anni di lavoro in Settesoli, ho deciso di pormi un altro traguardo: managerializzare e professionalizzare l’agricoltura italiana. Davanti a me il modello di chi mi aveva portata in Settesoli, Diego Planeta, agricoltore e imprenditore siciliano a cui, ancora oggi, mi ispiro. Così come spesso cito Mario Francese che per primo ha intuito le mie capacità e mi ha indicato la via. Così come, di tanto in tanto, mi piace confrontarmi con Salvador Loring, la cui altissima preparazione e professionalità aggiungono valore alla sua empatia e leadership naturale. Fonte di ispirazione è anche Gino Girolomoni che ha saputo conciliare rispetto per l’ambiente, spiritualità e business facendo rinascere un territorio su cui nessuno scommetteva più. E Adriano Olivetti, di cui ho una biografia qui in ufficio che, di tanto in tanto, consulto per nutrirmi della sua visione.
E, sopra a tutti, Rita Gabutti, la mia professoressa di Storia e Filosofia al liceo che per prima mi ha mostrato la mia luce e, con modi ironici ancorché talvolta bruschi, mi ha insegnato a tenerla accesa.
Questa è la storia, queste sono le persone e queste sono le ragioni che mi hanno portato a fondare la mia azienda nel maggio del 2015, che ho voluto chiamare Scirocco Srl, con il soprannome che utilizza per me mia madre.
Voglio mettere le mie competenze al servizio dell’agricoltura e fare impresa innovativa.
Nata nel 2015 come Ethical Sales Management, ossia una direzione commerciale in outsourcing che, secondo l’imperativo categorico kantiano, ha l’essere umano al centro, come fine e mai come mezzo, oggi Scirocco Srl si è evoluta e ha due unità di business ben distinte: da una parte Scirocco Ethical Quality Food che si occupa di produzione, commercializzazione e marketing innovativo, com’è il caso del mio olio, Oliove (www.oliove.it), in cui si riconosce un preciso valore nutraceutico all’olio e dunque anche un valore economico etico. E poi l’ultimo nato. Per meglio dire, l’ultima nata, Lucìe (www.lucie.wine), vino integrale opalescente.
Mentre dall’altra parte vi è Samantha Di Laura Ethical Management, una manager e un’unità di business specializzata nella consulenza strategica e nella direzione commerciale in outsourcing, all’interno del comparto agro-alimentare. Il mio obiettivo è portare le mie competenze di management e di consulenza strategica etica nel settore delle PMI agricole. Dal business plan alla costruzione di una strategia di sviluppo sostenibile, dall’analisi e lo sviluppo delle risorse umane al brand positioning, dalla selezione della rete vendita alla costruzione del disco di vendita, tutto ciò che faccia crescere in maniera sostenibile, anche economicamente, le imprese.
Dentro la Sicilia, in Italia, oltre i confini nazionali.
In breve sono un’innovatrice che accompagna l’azienda verso la sua naturale evoluzione, anticipando nuovi trend e nuovi business (infatti ho fondato l’Ethical Management nel 2015).