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Al potere la fantasia

2021-06-30 10:01

Samantha Di Laura

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Al potere la fantasia

Nutrirsi significa fornire carburante ed energia al nostro corpo con alimenti buoni, sani, nutrienti. Sembra scontato ma nella maggior parte dei casi non è così

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Secondo il dizionario della Real Academia Española il cebo è la “comida que se da a los animales para alimentarlos, engordarlos o atraerlos” (alimento che si da agli animali per alimentarli, ingrassarli o attrarli). Si traduce con il nostro “mangime”. Il cibo è per il bestiame, insomma. 

 

L’assonanza tra cebo e cibo e la mia storia personale, mi suscitano una riflessione che ci tengo a condividere. Perché c’è una enorme differenza tra cibo e nutrimento.

 

Lo ammetto, io sono un caso limite. Sono intollerante al glutine e allergica al frumento e al mais, il che significa che non posso nutrirmi neanche di cibo per celiaci (ma questo non mi dispiace poiché, dando una rapida occhiata alla lista degli ingredienti riportata in etichetta, anche quello, spesso, è mangime). 

Sono inoltre intollerante agli additivi alimentari (niente vitello, per esempio, e questo la dice lunga su cosa contiene questo tipo di carne), all’istamina, alle proteine del latte e alle solanacee (pomodori, peperoni, melanzane e patate, per intenderci). Infine le allergie crociate mettono una bella croce, appunto, sopra a quasi tutta la frutta. In sintesi, il mio foglio allergie è una stampa in A4, fronte e retro, che fornisco ai ristoratori con un sorriso, immaginando la reazione dello chef. Reazione che, quando ho davanti veri professionisti, è semplicemente fantastica. 

 

Nei pressi di Urbino, ad esempio, alla trattoria “Amici miei”, la seconda volta in cui vi sono andata, - a distanza di due mesi dalla prima - ho mangiato un coniglio ripieno squisito: “Non le metto la polentina a fianco, poiché, se non ricordo male, lei è allergica anche al mais, vero?”. Trovo semplicemente meraviglioso che, nonostante da quei tavoli, nel frattempo, fossero passate centinaia di persone si ricordassero delle mie multiple allergie: la chef non è - forse - famosa, ma è una grande professionista, come il personale di sala, altrettanto competente e accogliente (tant’è che ho pure chiesto al cameriere se il locale fosse il suo 😂). 

 

A Menfi, dove vivo, da Vittorio hanno sempre disponibile la pasta di riso Felicetti - quella buona, che non scuoce - e posso mangiare tutte le paste che voglio; al Vigneto, invece, fanno un risotto con le vongole così buono che, secondo me, dovrebbero metterlo a menù. Anche il più modesto bar La Fenice non si è scoraggiato davanti alle mie allergie e, per l’aperitivo, mi ha presentato un meraviglioso piatto di nidi di zucchine grigliate, bietoline e insalatina al centro: “Avvertimi prima però, quando vuoi fare l’aperitivo, così mi organizzo”.

Così come da Verdechiaro a Palermo, alla Salsamenteria di Via dei mercati a Vercelli e in molti altri luoghi che non posso citare qui (non sono una guida, sto solo raccontando una mia esperienza personale). 

 

Ecco, basta mettere al potere la fantasia, per citare Vasco, ossia, la capacità della mente umana di creare immagini, di rappresentarsi cose e fatti corrispondenti o no a una realtà e, soprattutto, al centro le persone e tutto è possibile. Perché con questa “centralità del cliente” si sono riempite slides e slides di presentazioni, ma poi, alla prova dei fatti, dov’è quando si tratta di ciò che riguarda l’aspetto più importante della sopravvivenza, ossia nutrirsi? 

 

Nutrirsi significa fornire carburante ed energia al nostro corpo (e, di conseguenza, alla nostra mente e al nostro spirito) attraverso alimenti buoni, sani e, appunto, nutrienti. Sembra scontato, tuttavia nella maggior parte dei casi non è così. Negli aeroporti, per esempio, io non posso mangiare nulla. Ma neanche un piatto di bresaola con la rucola? No, perché è piena di conservanti, punto. E potrei andare avanti all’infinito. 

 

Le mie intolleranze e le mie allergie sono un dono: mi hanno fatto scoprire un mondo fatto solo di cose buone e sono grata al mio corpo che accetta solo nutrimento di qualità. Il mangime non mi piace.

 

 

Sì, certo, io sono un caso limite. Però: quante volte capita di uscire alla sera, mangiare fuori, bere e poi avere mal di testa, oppure, mal di stomaco? Senza andare lontano: pizza, birra e… pancia gonfia e sete tutta la notte, per esempio.

 

Ecco, forse è giunto il momento di rifiutare di essere trattati come bestiame a cui si dà il mangime, ed esigere di avere un nutrimento vero e dignitoso in cambio del nostro denaro guadagnato con altrettanta dignità. Il mondo è pieno di professionisti che di questo si occupano. 

 

“Se non potete essere un pino sulla vetta del monte, siate un arbusto nella valle, ma siate il miglior piccolo arbusto sulla sponda del ruscello… siate il meglio di qualunque cosa siate”.

Douglas Mallock.

 

Anche questo è business etico.

 

PS: e anche gli animali, nel loro piccolo, devono poter mangiare bene. Ça va sans dire

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