
La scorsa settimana sono arrivati in ufficio alcuni libri. I tre che trovate in foto in questo articolo, per essere precisa.
Come sempre l’apertura del pacco è stato un momento di gioia. Non tutte sanno quali libri arriveranno, vi è l’effetto sorpresa del dono da scartare senza sapere ancora cosa contiene. È meraviglioso: torniamo un po’ tutte bambine.
Subito dopo i libri passano di mano in mano. Si legge l’autore e la quarta di copertina con avida curiosità. Poi cala il silenzio e si da il via alla negoziazione: “Io leggo questo, sul sessismo” afferma veloce Pia, “Non è giusto, l’ho visto io per prima, lo voglio io” obietta Francesca.
Claudia gongola; se le altre si contendono Stai zitta, lei può pacificamente aggiudicarsi la storia di Duncan Okech e, a scanso di equivoci, mette il libro sulla scrivania. Ne ha preso possesso, è fatta.
Le altre continuano: “Nooo, questo è un trattato di nuova economia, è una mappazza. É pure scritto piccolo!”.
Io sorrido, mentre le ascolto, orgogliosa del piacere che provano nel decidere la prossima meta della loro anima. In più la mappazza a me piace: quasi quasi faccio come Claudia e, quatta quatta, metto il testo sulla scrivania.
Abbiamo una biblioteca in ufficio, a disposizione di tutte noi e di chiunque voglia condividere il nostro mondo. Per ora annotiamo i prestiti su un quaderno: il prossimo stagista si dovrà occupare subito di creare un piccolo catalogo. I libri ormai sono tanti, anche la nostra biblioteca interna ha bisogno di organizzazione e sono pronta a scommettere che ci chiederà se li può prendere.
Abbiamo un appuntamento mensile, di solito di venerdì, in cui raccontiamo ciò che abbiamo letto e lo trasferiamo alle altre. I libri girano, il racconto però permette di approfondire gli argomenti, oltre che fissare meglio i concetti appresi. E poi si termina sempre con un aperitivo tra di noi, in cui condividiamo sogni e aspirazioni, è meraviglioso, irrinunciabile.
Non vi è nulla di imposto dall’alto: chiunque può suggerire un titolo da acquistare e ciascuna sceglie liberamente cosa leggere. Ogni tanto però, poiché amo prendermi cura dei loro talenti e del loro potenziale faccio quelle che, tra me e me, chiamo le prescrizioni. Prescrivo loro un percorso di crescita.
Prendo un libro e lo metto sulla loro scrivania: “Leggi questo, ti farà bene”.